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Importanza delle proteine nella alimentazione delle api

Pubblicato il: 31 / 05 / 2023
Importanza delle proteine nella alimentazione delle api

Nell'alimentazione delle api, il polline rappresenta la principale fonte proteica, apportando non solo proteine, ma anche lipidi, minerali e vitamine. Ogni colonia può raccogliere annualmente tra i 10 e i 25 Kg di polline, con un'indicazione approssimativa di 1,5 Kg necessari per il corretto allevamento di 10.000 api.

L'assunzione di proteine attraverso il polline inizia circa 12 ore dopo la nascita dell'ape operaia, ma raggiunge il picco intorno alle 48 ore. La massima assunzione si verifica quando le api hanno 5 giorni di vita, poiché è in questo periodo che si sviluppano sia le ghiandole ipofaringee che il corpo grasso. Dopo i 9-10 giorni, il consumo di polline diminuisce.

Le api sono composte principalmente da proteine, costituendo circa il 70% della loro composizione (esclusa l'acqua). Pertanto, una carenza proteica può influire negativamente sulla crescita delle famiglie di api e sullo sviluppo individuale.

Le api nutrici consumano proteine durante la loro vita, mentre le bottinatrici ne hanno bisogno in misura minore. Il polline può essere consumato direttamente con una digeribilità prossima all'80%, oppure può essere miscelato con nettare e miele per sottoporlo a un processo di fermentazione batterica per produrre il Pan delle Api. Questo prodotto acidificato, ricco di fermenti lattici, ha un valore nutritivo superiore al polline fresco.

L'assunzione di proteine riveste un'importanza fondamentale per influenzare positivamente la durata della vita delle api e la quantità/qualità della pappa reale prodotta. Contribuisce all'aumento del livello di Vitellogenina nell'emolinfa e stimola lo sviluppo del Corpo Grasso. 

Che ruolo hanno le proteine nelle api?


1) Le ghiandole ipofaringee si sviluppano solo se le larve si nutrono di una dieta ricca di proteine nei primi 7-8 giorni. Queste ghiandole secernono sia la pappa reale che l'invertasi, un enzima fondamentale per la produzione di miele. Inoltre, producono diversi tipi di grassi presenti nella pappa reale e, nelle bottinatrici, un feromone d'allarme.

2) La produzione di pappa reale è direttamente proporzionata alla quantità di proteine assunte. Una carenza di proteine influisce negativamente sullo sviluppo della covata, sullo sviluppo corporeo in generale e sulla maturazione dei muscoli del volo.

3) Il consumo proteico favorisce l'allevamento e la crescita della covata, sia in termini di numero di api che di costituzione fisica degli individui.

4) Contribuisce allo sviluppo del Corpo Grasso, una struttura corporea che permette lo stoccaggio e l'approvvigionamento di nutrienti indispensabili per superare il periodo invernale. È importante ricordare che lo sviluppo del Corpo Grasso è direttamente correlato alla vitalità delle api e alla loro aspettativa di vita. Un'ape con uno scarso sviluppo del Corpo Grasso non beneficia dell'alimentazione invernale e spesso muore prima della ripresa dell'attività.

Inoltre, l'assunzione di proteine svolge un ruolo cruciale nel supportare le api durante gravi infestazioni da Varroa. Una presenza massiccia di questo parassita, accompagnata da uno sviluppo compromesso del Corpo Grasso, può essere la principale causa di spopolamento invernale degli alveari e influire negativamente sulla ripresa primaverile.

Le proteine svolgono anche un ruolo di supporto per le api affette da Nosemiasi, una patologia che causa una riduzione significativa dell'attività digestiva intestinale e un'assimilazione ridotta dell'alimento ingerito.


Quando è opportuno somministrare le proteine alle api? 

È consigliabile farlo in primavera per stimolare la crescita della colonia, sia in termini di numero di api che di forza individuale. Durante il periodo di agosto-settembre, l'obiettivo è preparare adeguatamente le riserve corporee delle api (Corpo Grasso) che svernano all'interno dell'alveare. È consigliabile anche somministrare proteine in presenza di monoculture (con apporto di polline di scarsa qualità biologica), durante forti infestazioni da Varroa e in caso di Nosemiasi. La somministrazione di proteine non è raccomandata durante il periodo invernale.

Quali sono le problematiche nell'utilizzo di polline importato da altri alveari?

Sebbene il polline sia considerato la fonte proteica ideale per le api, la sua somministrazione attraverso l'alimentazione artificiale potrebbe non garantire una sicurezza sufficiente dal punto di vista sanitario. Il polline potrebbe trasmettere malattie virali, batteriche e fungine provenienti dagli alveari da cui è stato raccolto, o contaminare l'alveare con muffe e funghi se non conservato ed essiccato correttamente. Inoltre, potrebbe rappresentare un costo elevato in rapporto all'apporto di proteine.

Un'alternativa al polline consiste in miscele appositamente formulate e bilanciate per fornire un apporto proteico e aminoacidico adeguato. Queste miscele devono essere altamente appetibili e attrattive per le api, concentrate nei componenti fondamentali come le proteine e gli aminoacidi essenziali. È importante che siano costituite da diverse fonti proteiche per aumentarne la digeribilità e l'apporto di aminoacidi essenziali, e che abbiano una granulometria inferiore ai 500 micron per consentire alle api di ingerirle e digerirle correttamente.


Come somministrare le proteine alle api?

Per somministrare le proteine, è consigliabile aggiungerle direttamente all'interno dell'alveare utilizzando diverse soluzioni tecniche. Si può aggiungere la proteina direttamente al candito, essenziale per favorire la ripresa primaverile delle api e consentire la corretta crescita della colonia. In alternativa, si possono utilizzare concentrati proteici in polvere per preparare torte proteiche. La polvere proteica viene mescolata con una piccola quantità di sciroppo fino a ottenere una pasta dalla consistenza simile a quella della polenta. Questa pasta viene poi posizionata su un foglio di plastica sopra i telaini del nido.

È importante considerare la qualità e la sicurezza delle fonti proteiche utilizzate nell'alimentazione artificiale delle api. Fonti proteiche come lievito spento, alghe (come Chlorella) e cianobatteri (come Spirulina) sono ideali poiché sono ricche di proteine, aminoacidi essenziali, vitamine e oligoelementi. Queste fonti proteiche sono altamente digeribili e si avvicinano molto a ciò che le api troverebbero nella natura.

La miscelazione di diverse fonti proteiche rappresenta la soluzione nutrizionale ottimale, in grado di offrire i benefici di ciascuna fonte e minimizzare eventuali svantaggi o carenze. È importante scegliere fonti proteiche di alta qualità e garantire una corretta conservazione e essiccazione per evitare contaminazioni da muffe, funghi o malattie.

La corretta somministrazione di proteine durante le fasi cruciali dell'anno apistica, come la primavera e il periodo di preparazione per l'inverno, può contribuire significativamente al benessere e alla vitalità delle api. L'apporto proteico adeguato favorisce lo sviluppo delle ghiandole ipofaringee, la produzione di pappa reale, la crescita della covata, lo sviluppo del Corpo Grasso e la resistenza a parassiti e malattie.

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